
La sorte non gli ha fatto raggiungere la soglia di vita media della popolazione maschile italiana, e il destino se l’è portato via a 68 anni, forse anche perchè, come tutti i medici, curava gli altri, ma curava poco se stesso. Era nato nel 1946 a Roma, ma, senza dimenticare mai la sua città natale e la sua cittadinanza di cui andava fiero, si sentiva profondamente attratto dalla terra dei suoi padri: la Sardegna, che è pure la terra che ha scelto per salutarci. Ne conosceva la lingua e di essa si faceva entusiasta promulgatore, vantando questa sua conoscenza, tra le altre, anche nel curriculum che per varie ragioni trasmetteva a seconda delle richieste. Amava la vita all’aria aperta in campagna, le lunghe passeggiate a cavallo, ma soprattutto le uscite in mare con la sua barca che ormai aveva ormeggiato a portata di residenza in vicinanza della sua abitazione, scelta vicina alla spiaggia.
Spirito libero, pieno di risorse, dalla battuta pronta e appropriata sapeva contemperare il serio e il faceto e quando si accorgeva di andare oltre le righe era pronto a chiedere scusa e a giustificarsi.
Anche gli interessi sindacali, oltre che quelli professionali e scientifici che condivideva con l’AIRM, facevano parte del suo bagaglio operativo, e, con il Co.Na.Me.Co. di cui è stato Presidente, ha cercato di difendere l’attività del Medico Competente contro la prevalenza delle imposizioni burocratiche a vantaggio della autonoma responsabilità del medico specialista in Medicina del Lavoro. Disciplina questa che lo ha visto fortemente impegnato, non solo sul piano operativo per le attività di sorveglianza sanitaria che svolgeva in varie strutture pubbliche e private, ma anche per l’intensa attività di revisione del suo “Manuale Medicina del Lavoro” in un periodo denso di decreti e modifiche sugli aspetti normativi.
Spirito allegro e vivace sapeva condire con battute anche le cose serie che insegnava durante le numerose lezioni e relazioni che teneva in corsi e convegni per l’AIRM o per altre associazioni. Così ad esempio poteva associare l’immagine dei “radicali liberi” prodotti dalle radiazioni a quella di illustri “politici radicali” o poteva recitare la napoletana “facite ammuina” per sollevare e “sgranchire” l’uditorio, dopo ore di ascolto di lezioni su temi pesanti come la contaminazione interna, e ciò a tutto vantaggio dell’apprendimento da parte degli ascoltatori..
La sua dipartita è certo una grave perdita per la famiglia, e a Maria e ai figli va tutta la solidarietà e la vicinanza dell’AIRM, ma è grave perdita anche per tutti quanti hanno condiviso con lui molti momenti di vita sociale, entro l’Associazione alla quale era orgoglioso di appartenere e per la quale ha svolto con passione e dedizione incarichi e responsabilità, tra cui l’ultima fatica, quella della stesura in formato di stampa delle “Linee guida AIRM” per la “Sorveglianza medica dei lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti”.
Addio Gabriele ci mancherai !
27 dicembre 2014
Giorgio Trenta